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"Ho sempre paragonato le storie delle famiglie ad antichi palazzi nobiliari dove basta oltrepassare la soglia, e nonostante i secoli, senti ancora le voci di chi li ha abitati. Sono le pareti, i lunghi corridoi, le stanze dai soffitti alti a parlare, a raccontare, a sussurrare episodi di altri tempi. Vicende che, nonostante 'la bella facciata', sono intrise di rancori, malcontenti, di cose non dette e taciute per anni. Poi, basta aprire quel portone e allungare il piede in avanti e tutto prende forma: le parole diventano, una dietro l'altra, fatti raccolti e trasmessi dalla penna dell'autore. Ed ecco che il tempo ha cancellato l'amaro, ma ha lasciato il segno. 'Nei palazzi della borghesia' di Ginevra Vinci è proprio una storia così: il passato scivola con i sui spigoli nel presente, rimbomba nei lunghi corridoi dell'apparire e si chiude nello scrigno dei ricordi. E di quella famiglia borghese resta solo ciò che l'essere umano possiede realmente: l'amore."