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Prologo all'opera: "All'inizio fu avverbio. Infatti si fece presto nero. Nel cielo. Il vento fece tutto da solo. Ma non piovve, almeno lì dove mi trovavo io. Più in là di certo aveva piovuto. Questa volta era andata così. Un'altra volta fu verbo. Fu così che, per colpa della prima persona singolare, mi ritrovai, al presente indicativo, a dipingere il cielo di nero. Io presto nero. Presagi oscuri tinsero bronzee le nubi, su uno sfondo già plumbeo. E infatti piovve. Almeno lì dove mi trovavo io. Quella volta era andata così. Infine fu sostantivo. Lo rubai alla musica. Il presto o molto presto e lo legai allo stile e al genere del libro. Veloce. Fu solo però una pioggerella. Fitta, ma leggera. Anche quella volta era andata così. In realtà non è proprio andata così. Il prestonero nel cielo viene da un errore. Un giorno lessi il titolo di un romanzo. Lo lessi male e nacque il titolo di questo romanzo. Che non è un giallo. Ma si tinge di giallo. Che non è un noir. Ma ha del nero. Che non è un romanzo rosa. Ma profuma di rosa. In pratica un gia.ne.ro. Già, avrei potuto anche intitolarlo Il già nero nel cielo. Questa volta è andata così".