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Nel 386 d.C. Girolamo commenta le quattro Lettere paoline a Filemone, ai Galati, agli Efesini e a Tito, il primo impegnativo lavoro esegetico di una serie vastissima, che coprirà quasi l'intera Sacra Scrittura. Il commento alle ultime due si caratterizza per una grande varietà di approcci al testo: storico, letterale morale, spirituale allegorico. L'indagine di Girolamo si dispiega soprattutto sul piano linguistico: ottimo conoscitore del latino e del greco e discreto conoscitore dell'ebraico, fa continue osservazioni sulla sintassi e la grammatica del testo, sul lessico, sui problemi di traduzione da una lingua all'altra, sulla punteggiatura, sugli errori nella trasmissione dei manoscritti.