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28 dicembre 2004: Vincenzo Mauri viene freddato mentre gioca a carte al bar sotto casa. Così «Vincenzo Settevite», il boss di Sant'Anastasia, vicino Napoli, uomo d'onore e di rispetto, coraggioso e temuto, uno che le pallottole le aveva schivate ed era sempre sopravvissuto, va incontro al proprio destino. Il racconto del figlio Pasquale comincia proprio dal giorno dell'omicidio quando, avvertito da una telefonata, si precipita sul luogo dell'agguato. Pasquale ha una moglie e un bambino di pochi mesi, e in paese tutti lo conoscono come «il figlio del boss». La sua vita è segnata ma lui, dell'eredità paterna, non sa che farsene. Pasquale, infatti, ha deciso di sottrarsi al ruolo che la famiglia gli ha riservato. Non gli interessano né gli affari del padre né la vendetta. L'unica cosa che desidera è trovare la madre che non sta «in cielo con l'arcangelo Gabriele» come gli aveva raccontato la nonna da piccolo, ma è stata allontanata quando era solo un neonato. Pasquale ripercorre così la sua infanzia solitaria e blindata a Sant'Anastasia, riscaldata solo dalle cure della nonna che lo cresce in un clima protetto e ovattato. Racconta il rapporto tormentato con il padre e il disperato bisogno di incontrare la madre. Una confessione sincera che è soprattutto la ribellione di un uomo a una sorte già scritta.