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Catena nasce nell'immediato dopoguerra in Sicilia, isola degli Invisibili, terra di silenzio e di dolore, confitta di stelle e di speranze. E della natura ossimorica della sua isola porterà il segno negli anni della sua vita, puntellata di drammi indicibili come di straordinari successi, quasi non fosse possibile in questa terra sperimentare l'ordinarietà delle mezze misure. Mai doma di fronte alle difficoltà che l'origine povera le riserva durante la giovinezza, Catena saprà emanciparsi dal dolore per dar vita al suo sogno, la "Casa degli Invisibili", porto sicuro in grado di accogliere miserabili, derelitti ed emarginati di ogni tipo; concreto seme di amore piantato sul terreno di una società che, nella frenesia di dimenticare le brutture della guerra, si andava sempre più trincerando dietro un vacuo edonismo dagli occhi bendati. Una missione che, tuttavia, la confinerà in un ruolo atipico, di cui non di rado soffrirà le conseguenze. A sostenerla, oltre a un innato coraggio, la Fede incrollabile di chi non ha necessità di varcare le porte di una chiesa perché vede e sente Dio in ogni cosa, in un dialogo privilegiato con Chi tiene le redini del suo destino e non le fa mancare i segni della Sua presenza. Prigioniera dell'amore, isola nell'isola, semema della terra e del mare, Catena è una vittima al pari delle nere di Harlem, dei partigiani, dei combattenti delle guerre, dei sacrificati nella croce di Cristo, ma con il cuore cosparso di viole e di sogni.