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Il conflitto generazionale che separa i due fratelli, Daniele e Lorenzo, è piuttosto evidente. In Lorenzo i sintomi di una certa intolleranza significativa di un'adolescenza inquieta e problematica, si riversano sui suoi familiari in modo diretto e graffiante. Daniele, il fratello maggiore, da tempo ha fatto le sue scelte: si è allontanato dalla sua famiglia per rincorrere il suo sogno. Johann ed Alessandra non si possono certo definire genitori modello: lui algido e anaffettivo, lei superficiale e poco presente. In questo clima di indifferenza e di rancori i due fratelli affrontano un viaggio per tentare di ristabilire i loro equilibri. Affrontano un percorso singolare, all'interno del quale il senso del dolore, il senso di colpa, il rancore e la paura di abbandonarsi alle proprie fragilità portano a toccare tutte le realtà esistenti. A volte la crudezza delle immagini mostrano il travaglio e il malessere dei personaggi, ognuno intento a combattere il suo alghedon, il dolore inteso come sofferenza pura. Catene invisibili collegano i ricordi che si susseguono attraverso realtà parallele, a volte si intersecano e si svuotano del loro contenuto onirico, in altre vanno oltre la realtà fino a toccare le corde dell'irreale. L'impatto visivo e la drammaticità dei toni in Alghedon Le catene dei ricordi colpiscono per la nitidezza delle immagini sapientemente tratteggiate da Gabriele Quarta, i suoi personaggi entrano ed escono dalla scena restituendo a questo bellissimo testo il giusto movimento.