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«Erano tanti anni che volevo fare questo lavoro perché tante e tante volte ho incontrato persone che hanno fatto, più o meno tutte, lo stesso discorso: "Ho cominciato a leggere le Confessioni di sant'Agostino, ma ho smesso perché non ci capisco / sono noiose / sono complicate / sono contorte..." e via di questo passo. In questo tempo di Coronavirus dove l'interiorità è certamente più importante e quotidiana della vita esteriore e sociale, ho provato a rendere il testo di Agostino il più accessibile possibile agli uomini e alle donne di oggi, di media cultura. Se almeno un po' ci sarò riuscito, siano rese grazie a Dio in Cristo per il suo ineffabile dono, perché è sempre nel suo Spirito che possiamo tentare di "spingere lo sguardo" verso Colui che È, passando per l'abisso del cuore». (il curatore)