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«La mia poesia terapeutica, prima di andare a dormire. È il ritornello che lambisce le sponde della mia testa e che finalmente la sera metto nero su bianco.» Così esordisce Guido Becich in uno dei componimenti che arricchiscono la sua silloge, la scrittura come una benefica medicina, come un incantesimo chiarificatore che restituisce ordine ai pensieri, che li libera per imprimerli nero su bianco, lì dove acquisiscono una forma armoniosa pur nella loro intrinseca complessità. Ed è questo l'effetto che le sue poesie sortiscono anche sul lettore, il quale, scoprendole, non può fare a meno di interrogarsi e di ripercorrersi interiormente, proprio come l'autore. La poetica dell'amore risalta, i versi fungono da contenitore di significati profondi, che aumentano l'intensità emozionale percepita. (dalla Prefazione)