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Il sipario si chiude, si spengono le luci. Lentamente Elettra cammina a piedi nudi tra i petali di fiori abbondantemente sparsi sulla calda e soffice moquette. Abbandona il palco in sordina, e si immerge in una realtà che sembra le calzi a pennello. Giovane rampante, scala il successo con intraprendenza, si inoltra per i vicoli di Manhattan esplorando le varie opportunità che incontra. Ma i suoi fantasmi sono in agguato, sempre pronti ad uscire per inglobarla in una stretta micidiale da cui non è semplice divincolarsi. Cambia l'ambientazione, i partner di scena, ma gli spettatori sono sempre gli stessi: sono quelli che ti osannano quando la vita ti sorride ma sono pronti a voltarti le spalle appena le carte in tavola cambiano. Il suo cielo, Elettra, se lo conquista a forza di morsi e spintoni, sofferenze e delusioni, il prezzo è salatissimo, ma oramai ha imparato il gioco, sa come affrontare le avversità. In "Che prezzo ha il cielo" Barbara Mattei delinea il profilo psicologico della sua protagonista in modo analitico, lucido ed essenziale, la inserisce in un contesto narrativo in grado di evocare emozioni grazie ai continui colpi di scena che tengono il fiato sospeso fino all'ultima pagina. La protagonista sembra quasi voler uscire dalla rappresentazione, il suo gioco tra introspezione ed esternazione la porta ad animarsi e raggiungere vita propria. È il gioco della raffigurazione, il gioco delle parti, è il prezzo che si paga per conquistarsi una fetta di cielo...