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Sublime, metaforica, poetica ma pregna degli interrogativi insieme intimi e universali che scuotono l'umana esistenza è la storia di K., un uomo come tanti, di quelli che si incontrano al supermercato, un po' impacciati o, meglio, meravigliati come quando si osservano le nuvole. La sua storia inizia dove comincia la strada, in fondo al campo che divide in due la materia del grano, dove ognuno almeno una volta ha deciso di lanciare il cuore; è frutto dell'impasto saporito del tempo, dello spazio e di un lievito imprevedibile: il caso. Secondo K. si nasce più volte nel corso della vita, si rinasce nei giorni in cui qualcosa non si può dimenticare, qualcosa che si lega all'amore nelle sue variopinte sfumature o alle paure oscure, e ora gli tocca compiere un viaggio esistenziale su di un treno in cui, come accade nella vita, dovrà trovare il suo posto. Dovrà mettere il naso nel passato, in cui si fondono sapori, aromi e colori di una pietanza unica, confrontarsi con altri enigmatici passeggeri e stazioni sconvolgenti, senza annaspare alla ricerca di significati non sviscerabili, ma riassaggiando l'esistenza confortante o illuminante, la vita.