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"Il "bullo" non è un criminale, ma è un nostro figlio, nipote, vicino. E, tuttavia, lo stesso figlio, nipote o vicino "bullo lo (può) diventa(re) nella misura in cui soffre le regole che la nostra società pretende e che tuttavia nelle quali egli non si riconosce poiché non si identifica nei valori che la nostra civiltà esprime. E qui entra in gioco il nostro intero sistema valoriale: vi è un'incapacità della famiglia, della scuola, del nostro contesto di vita a trasmettere determinati insegnamenti ai nostri figli?..."