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Myriam è una ragazzina di quattordici anni, ha la vita nelle gambe, la paura negli occhi e la speranza tra le braccia. È sbarcata in Sicilia e come tanti ha affrontato un lungo viaggio dove "il sapore salato delle lacrime si mescolava al sale del mare e precorreva il terrore della morte". È fuggita dal Marocco dopo una storia di violenza e diritti negati. È accolta nella casa famiglia "Girasole" sola e sospesa in un tempo dedicato all'equilibrio dell'anima. Questa è una storia di resilienza e rinascita, un racconto di donne coraggiose e figli mai nati, di donne ostinate e figli lontani, di donne forti e figli preziosi come non mai. E anche se "l'avvenire è talvolta invisibile e imprendibile" l'autrice ci ricorda che "non c'è un'unica soluzione... ma un di-scorso politico ed umano da continuare senza cedere nell'assenza di discorso, ma solo in pause silenziose di riflessione". Per finire Il sale dentro è un romanzo che trae la sua forza narrativa dai ragazzi stranieri e dalla loro condizione di abbandono, un'occhiata su diritti e bisogni di fronte ai quali, si disvela tutta l'incapacità del nostro tempo di farsi carico delle loro "frontiere" e della loro aspirazione a diventare "cittadini del mondo"; ovunque si trovino e ovunque i loro sogni li sospingano.