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«C'è moltissima musicalità in questa raccolta. Le molteplici pause - create attraverso spaziature tra strofe e versi ma anche con l'utilizzo di troncamenti ed elisioni - si sposano con un insolito utilizzo della dieresi, quasi a prolungare le vocali, proprio come a voler modulare il ritmo e l'armonia del verso in un continuum senza fine, ricordando molto la chanson medievale. Viene da chiedersi inoltre se l'utilizzo di una struttura formale e di una lingua in parte desueta (eppure reinterpretata in maniera attualissima) non sia in parte un omaggio ad un mondo scomparso, di cui però sentiamo forte la discendenza, o magari non sia un modo per chiedere al lettore uno "sforzo in più" perché le cose più belle richiedono impegno e volontà profonda.» (dalla Prefazione)