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Siamo nel 1377. La finta crisi epilettica che coglie un poveretto, Gielosh l'idiota, sulle rive del fiume maledetto, l'Uyana, è all'origine della costruzione del primo ponte di pietra in Albania. Un tale che si dichiarava veggente, confuso tra la folla testimone di quel fatto inconsueto, interpreta la crisi come un presagio benevolo, un segno divino: "Su queste acque bisogna costruire un ponte!". Il monaco Gjon s'incarica di raccontare la storia del ponte, soprattutto per dimostrare quanto vi è di falso nell'evidenza e di vero nella dissimulazione. Ma deve affrettarsi, poiché i tempi sono torbidi e l'avvenire è incerto. Si profila infatti all'orizzonte una terribile minaccia: l'invasione dei turchi.