Tab Article
Tutte le famiglie felici si somigliano, ma questa no, non somiglia a nessun'altra. Nella felicità i Crepax sono inclini al riso, vivissimi, brillanti, inarrestabili. Adulti, bambini, cani, tartarughe, case e mezzi di trasporto, avi e fidanzati: l'appartenenza o la prossimità al casato porta un taglio di luce obliqua su ogni cosa e persona e tutto così diventa sketch, teatro, epopea. Che si tratti di rivoltare un cappotto vecchio, affrontare una crisi famigliare, produrre musica o fumetti (e che musica, e che fumetti), tutti loro mostrano i tratti di una creatività istintiva che li rende, generazione dopo generazione, perfetti personaggi da romanzo. Eppure quelle che ci racconta la Valentina di carne (e non quella di carta, disegnata da uno zio geniale) sono storie di vita reale e quotidiana, a volte travagliate e dolorose, sempre attraversate dalla forza dirompente dell'ironia. Sullo sfondo, bellissima e riservata, la Milano degli anni Cinquanta, dove c'era da rifare tutto - la musica leggera, i giornali, l'arredamento, il modo di stare al mondo. Finito di leggere il libro, un'amica che si chiama Natalia Aspesi ha scritto una lettera all'autrice: "Mentre ricordavi, hai capito di essere molto fortunata?". Fortunati siamo certo noi, a cui il libro di Valentina Crepax riporta l'umorismo naturale di una famiglia che ha speso con amore e senza mai risparmiarsi il suo talento nella Milano che stava inventandosi una vita meno agra.