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«Un giardino non è uno spazio dedicato alla coltivazione di piante, ma un posto dove uomini, donne, bambini, animali vivono in cerca dell'armonia, tra loro e con gli spiriti della terra»: così è per Rohuna, il giardino che vent'anni fa Umberto Pasti ha fatto nascere vicino a un borgo sperduto sulla costa atlantica del Nord del Marocco, circa sessantacinque chilometri a sud di Tangeri. Grazie all'aiuto e al lavoro degli abitanti del villaggio, e con la protezione dispettosa dei jennun, gli spiritelli agresti del luogo, un aspro ettaro di pietraia si è trasformato in un paradiso di bellezza, che ha la missione di preservare la ricchezza botanica della regione, di salvarla dalla devastazione propagata da un'edilizia brutale, e insieme di creare occasioni di crescita, istruzione e lavoro per chi abita quella terra antica. Tra la Summer House e la Winter House c'è il Giardino della Consolazione, una serie di stanze e terrazze abitate da una vegetazione lussureggiante; vicino ci sono il Giardino selvatico e il versante di una collina dedicato ai bulbi selvatici del Nord del Marocco, dove specie indigene di narcisi, iris, crochi, scille, gladioli e altre piante sbocciano dall'autunno all'estate. Le fotografie di Ngoc Minh Ngo restituiscono l'incanto poetico di questo lembo di Arcadia per offrirlo al mondo intero.