Tab Article
Ripercorrere la vita di Maurizio Galimberti significa comporre un mosaico in cui ciascuna tessera è il frammento di un destino scritto, fin dall'infanzia, nelle grate alle finestre dell'orfanotrofio. In quel cielo «reticolato» che guardava sognando una famiglia e la libertà si cela la futura intuizione dei quadri formati da tessere disposte secondo una precisa sequenza, proprio come le lettere dell'alfabeto, «che da sole non comunicano nulla, ma combinate con estro possono dar vita a un romanzo». Nato per la seconda volta quando viene accolto dai genitori «del cuore», da quel momento inizia a collezionare incontri ed esperienze che costituiranno la sua identità di uomo e artista. Fotoamatore precoce, appena dodicenne scopre quella passione incontenibile che di lì a vent'anni sfocerà in una «chiamata» a cui non potrà sottrarsi e che culminerà nel celebre ritratto di Johnny Depp, il suo personale talismano, vera e propria consacrazione a livello internazionale. Armato di fotocamera istantanea, sua inseparabile compagna, l'autore costruisce davanti ai nostri occhi un diario per immagini in cui i ricordi più felici - il matrimonio, la nascita dei due figli e dei nipoti, i primi riconoscimenti professionali, le mostre di maggior successo - si alternano a fasi difficili e dolorose - la carriera intrapresa suo malgrado nell'azienda di famiglia, il duro apprendistato artistico, i pregiudizi di chi crede che con quella macchinetta di plastica non si possa lavorare, ma solo giocare. Sulla scorta delle avanguardie novecentesche e di mostri sacri come Man Ray, André Kertész, Robert Frank, Giovanni Chiaramonte, Luigi Ghirri, Galimberti matura invece una progettualità che combina sapientemente padronanza tecnica, lirismo e uno specifico punto di vista sulla realtà, interpretata trasportando il passato nel presente. Un racconto senza filtri, punteggiato di riflessioni che mettono a fuoco gli elementi fondanti della poetica dell'«instant artist», il cui linguaggio visivo non si limita a documentare la bellezza del mondo, ma ne coglie l'essenza più profonda, le prospettive e le inquadrature più insolite.