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Davvero il giornalismo è l'effimero e la letteratura il profondo e l'eterno, come credeva Benedetto Croce e ancora spesso si pensa? E che ruolo giocano nei due generi l'invenzione, la lingua, lo stile? Scrittori, giornalisti, studiosi italiani e stranieri approfondiscono da diversi punti di vista come giornalismo e letteratura furono considerati e come si incontrarono, si potenziarono, cozzarono in pagine tanto efficaci da non poter essere dimenticate. In particolare, quelle di Giovanni Arpino, Arrigo Benedetti, Luciano Bianciardi, Dino Buzzati, Albert Camus, Gian Carlo Fusco, Giovannino Guareschi, Giuseppe Marotta, Paolo Monelli, Indro Montanelli, Dino Terra, Cesare Zavattini, per non dire delle donne portoghesi che furono giornaliste e scrittrici nell'isola di Madeira fra urgenza di emancipazione e obblighi sociali. L'approfondimento sugli statuti di letteratura e giornalismo, sulla loro identità "liquida", fa di questo volume un'opera necessaria per contrastare pregiudizi inveterati e ribaltare scenari critici oramai logori.