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Ogni giorno percepiamo tante cose che non hanno una corrispondenza nella realtà fisica: come la linea dell'orizzonte tra cielo e mare, o la magia di un arcobaleno. Sentiamo però dire spesso che i sensi sono fallaci, a differenza degli strumenti fisici e matematici, e ammonire a diffidare di ciò che vediamo. Ma possiamo davvero affermare che il nostro sistema percettivo sbaglia? E se fosse invece la nostra aspettativa gnoseologica a essere mal riposta, o il nostro giudizio a ingannarci, anziché i sensi? Se, cambiando prospettiva, concedessimo ai fatti osservabili il diritto di essere propriamente e semplicemente ciò che sono: fenomeni, apparenze, modi di essere? Fatti da osservare e poi eventualmente riportare con carta e matita o in laboratorio per comprendere le leggi e la logica che li descrivono. Fatti interosservabili e investigabili empiricamente con i metodi della psicofisica classica, come le illusioni ottico-geometriche, la profondità pittorica, le illusioni di movimento, le qualità espressive.