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La dea Fortuna è stata tra le divinità più diffuse e popolari nell'Italia antica e a Roma. Si tratta di una figura complessa, a cui gli antichi attribuirono una notevole varietà di culti, epiteti, poteri e significati, spesso individualizzati e a tratti persino contraddittori. Il volume la esamina con un'attenzione particolare nei confronti di Roma, concentrandosi soprattutto sul periodo arcaico e repubblicano, dalle origini fino all'epoca delle guerre civili tra Cesare e Pompeo (I sec. a.C.), ma senza trascurare l'ambito italico e mediterraneo. La dea Fortuna aveva un forte aspetto semantico, essendo legata al concetto di caso, successo, buona e cattiva sorte. Quando comunità, individui e gruppi sociali interagivano con lei, si relazionavano con questa dimensione, rinegoziandola, arricchendola di nuovi significati e mettendo in questione associazioni prestabilite. Lo studio della dea basato sull'analisi concettuale permette di stabilire un quadro innovativo del suo sviluppo storico nel contesto delle interazioni culturali nell'Italia antica e di proporre un nuovo metodo di ricerca sul politeismo fondato sul legame tra divinità e i loro significati.