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Albert Michelson fu, nel campo sperimentale, il più eccezionale ottico del Novecento. Questo libro ne descrive le tecniche di ineguagliabile precisione e i mirabolanti esperimenti, anche attraverso una verosimile ricostruzione dei dialoghi avvenuti fra lo scienziato e i suoi interlocutori. Imprese che nessun altro seppe concepire o portare a termine e che ebbero vasta risonanza sulla stampa e nell'opinione pubblica americana. Due di esse sono pietre miliari nel campo della fisica. La prima, realizzata nel 1887 insieme a Edward Morley, fu la dimostrazione che l'etere luminifero, invocato dagli scienziati del tempo per spiegare la propagazione della luce, non esiste. Risultato inaspettato che divenne poi un pilastro della relatività einsteiniana e per il quale Michelson ricevette il premio Nobel nel 1907. La seconda consisté nella misura esatta della velocità della luce, ottenuta inviando raggi luminosi da una vetta all'altra di montagne californiane, dopo averne determinato la distanza con una precisione vicina al centimetro. Il valore trovato risultò quasi coincidente con quello calcolato per via teorica da James Clerk Maxwell nel 1873.