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A partire dal crollo dei regimi comunisti in Unione Sovietica, in Europa orientale e nei Balcani occidentali, l'intera regione è stata attraversata da conflitti tra nazioni dominanti e minoranze etnoculturali che aspiravano all'indipendenza. Ad eccezione delle secessioni pacifiche della Slovacchia e del Montenegro, le dispute territoriali nell'area postcomunista sono sfociate in guerre civili. Nel volume si indagano le condizioni che hanno influenzato le diverse modalità di secessione, in alcuni casi facilitando la risoluzione pacifica delle controversie e in altri contribuendo allo scoppio di guerre civili. Al fine di far luce sui differenti esiti dei conflitti separatisti, l'autrice si concentra su tre fattori che hanno favorito o inibito il ricorso alla violenza e riflette sul ruolo svolto dai vari sistemi istituzionali nell'orientare le scelte degli attori statali e dei movimenti separatisti. L'attenzione è rivolta inoltre all'effetto delle modalità di transizione dall'autoritarismo e al sostegno che le minoranze hanno ricevuto dagli Stati terzi, in particolare dalla Federazione Russa.