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La spinta sempre più pressante, a livello nazionale e internazionale, verso l'adozione e il rafforzamento di strumenti di confisca dei patrimoni di origine criminosa, pur in assenza di una condanna pronunciata all'esito di un processo penale, pone di fronte a uno scomodo interrogativo: è possibile contemperare in modo sostenibile le esigenze di efficace contrasto della criminalità organizzata e quelle di necessaria garanzia dei diritti della persona in gioco? Il libro affronta tale questione svolgendo un'analisi del principale strumento di "confisca senza condanna" conosciuto nell'ordinamento italiano, e studiato come modello a livello europeo: la confisca di prevenzione, disciplinata dal d.lgs. n. 159/2011 (c.d. codice antimafia). Il libro si focalizza sul problema della natura giuridica di questa confisca nel contesto italiano ed europeo, soffermandosi inoltre sull'esperienza della civil forfeiture degli Stati Uniti d'America. La natura che l'autore propone di assegnare a questa misura è definita "civile", in contrapposizione alle qualificazioni come misura preventiva o punitiva, più diffuse in giurisprudenza e in dottrina. Di questo modello di confisca "civile" nel libro vengono delineate le caratteristiche essenziali e il relativo statuto garantistico, nonché le potenziali ricadute positive che si otterrebbero in termini non solo di efficienza nel contrasto alla criminalità, ma anche di rispetto dei diritti fondamentali della persona.