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"Mercato globale versus sovranità territoriale e autonomia normativa dei singoli Stati. Il tema di fondo che lega lo sforzo sistematico compiuto da Alessandro Centonze si dipana attraverso l'analisi dell'incidenza del fenomeno della globalizzazione, con ricadute sull'assetto sociale ed economico dei paesi che ne sono investiti, tanto più potenzialmente destabilizzanti e pericolose quanto più sono grandi le diseguaglianze sociali che li attraversano: da un lato, sulla tenuta della nozione di sovranità e sulla autonomia (ed efficacia) degli interventi normativi "domestici"; dall'altro, sulla esigenza di un sempre più adeguato ricorso non solo alla normazione internazionale, ma anche a rimeditate soluzioni ermeneutiche considerate "classiche". Alla sovranità, tradizionalmente legata alla concezione di Stato avente aspirazione universalistica ma di fatto territorialmente delimitato, accede anzitutto l'esercizio della giurisdizione quale potestà di ciascuno Stato di assicurare il rispetto delle proprie leggi, tendenzialmente nei confronti di chiunque, ma in concreto nell'ambito del territorio oggetto della sua sovranità. Anche la giurisdizione tende, dunque, all'universalità ma, per reciproco riconoscimento e autolimitazione dei diversi Stati sovrani, è di norma legata alle condizioni di non extraterritorialità della condotta e dell'agente, salve le eccezioni espressamente previste da trattati, convenzioni e accordi sovrannazionali. Siffatta concezione territoriale della sovranità è posta in crisi, nell'analisi dell'Autore, dalla internazionalizzazione dei commerci e dei fenomeni criminali con conseguente attribuzione agli strumenti di cooperazione tra gli Stati del compito di evitare che quel temuto "lembo di terra" che assicura l'impunità [...], trasformatosi oggi in un luogo indefinibile che attraversa e supera i confini statuali, venga da taluno sfruttato [...]." (Dall'introduzione di Mariastefania Di Tomassi)