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L'importanza del Libro I della Fisica di Aristotele - scrive nell'Introduzione Emanuele Severino - «non sta soltanto in quella esatta formulazione del problema del divenire, ma anche nel fornire una interpretazione critica della storia del pensiero prearistotelico, che, unitamente a quella, più celebre, contenuta nel libro primo della Metafisica, costituisce il primo esempio di organizzazione sistematica della storia della filosofia». Pagine dove la disamina dell'aporia parmenidea del divenire - solo l'essere è, impossibile è il molteplice e quindi il divenire - diviene confutazione della concezione univoca dell'essere, conquista della sua analogicità (dei molti modi di dire "essere") e determinazione dei principi che presiedono al divenire, il sostrato e i contrari. La traduzione e il commento di Severino mostrano non solo la potenza argomentativa dei passi aristotelici, ma ne evidenziano la risonanza nella filosofia occidentale. Una edizione che, fin dal suo primo apparire, ha formato generazioni di studenti e lettori, tanto da farne un classico degli studi aristotelici e dell'apprendimento della filosofia.