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Un profilo della sofistica che, malgrado le numerose differenze che l'analisi mette in luce, può essere, per ragioni di comodo, diviso in tre filoni principali: alcuni grandi sofisti, veri innovatori, come Protagora, Gorgia e Prodico, che prendono atto della crisi del pensiero filosofico determinata dall'impostazione eleatica, cui essi si contrappongono consapevolmente; seguono quei pensatori opportunamente classificati con la formula "sofistica diffusa", che, da una parte, rielaborano il contributo dei primi sofisti, con pochi elementi di novità ma con grande successo (Ippia, Antifonte), dall'altra, svolgono il pensiero sofistico in senso relativistico e immoralistico (Crizia); dopo questi si analizzano i sofisti dei testi platonici, giustamente separati in quanto portano i segni dell'operazione teoretico-culturale attuata dal grande filosofo ateniese. Per completezza, si svolge infine una quarta analisi, una riflessione su due testi anonimi collegati al contesto sofistico: i Dissoi logoi e l'opera dell'Anonimo di Giamblico. L'ampio studio di Francesca Eustacchi è certamente meritorio, anche perché questa studiosa non muove nella sua indagine dal dibattito critico, come fanno oggi troppi ricercatori, ma dai testi (frammenti e testimonianze). Maurizio Migliori