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Il musicista e lo psicologo hanno in comune la dimensione dell'"ascolto", sonoro armonico nel primo caso ed empatico nel secondo. L'autrice sottolinea l'importanza del sapersi porre in ascolto dell'altro per coglierne la completezza armonica o ricercare il suono dissonante che rende l'insieme disarmonico al fine di porvi rimedio. L'ascolto implica rispetto e riconoscimento del silenzio come pure l'accettazione del nuovo che può emergere e il sottostante significato. Psicologo e musicista hanno in comune anche il porre al centro della scena le "emozioni", l' accoglierle in tutta la loro vasta gamma espressiva; ascoltarle, accettarle, restituirle elaborate ed interpretate in un dialogo costante. La Fornero riferisce di bambini con diagnosi di autismo, ma anche delle istituzioni in cui si svolge la loro vita, ha osservato le dinamiche delle famiglie, ha incontrato insegnanti, educatori, assistenti, ha cercato il confronto coi neuropsichiatri. Dopo ha descritto come poco alla volta, si siano materializzate da un lato la sofferenza del minore e dall'altro la cecità delle istituzioni, ma anche i risultati raggiunti, i canali di comunicazione aperti. Quest'opera si pone lo scopo di non essere solo critica, ma soprattutto propositiva e invitante alla riflessione, all'attenzione necessaria a sollecitare nuovi interventi.