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La grande storia di Dante Alighieri, messa in scena da William Shakespeare in un ipotetico ultimo dramma ritrovato dopo la sua morte, è una vicenda di intrigo e di corruzione. Il giovane Alighieri, ormai marito e padre di famiglia, decide di entrare in politica dopo aver sperato invano in una cattedra universitaria a Bologna. Ma non sono tempi adatti per gli idealisti: Firenze è straziata dal contrasto tra popolo e oligarchie, dagli appetiti di usurai e banchieri. Dante, coperto di debiti, è vaso di coccio tra vasi di ferro, eppure il suo talento si apre la strada: da poeta diventa Priore, da disoccupato si fa diplomatico. Il prezzo da pagare si rivelerà alto, e segnerà la fine delle illusioni. In questa amara esperienza germoglia però il suo capolavoro, la Commedia. Le cui visioni e le cui sovrane intuizioni si trovano già tutte, in realtà, nascoste nella trama rocambolesca della vita dell'autore, perché Dante, nel perdere una dopo l'altra tutte le sue speranze, troverà il senso della sua missione letteraria e civile: riscattare un'umanità degradata da menzogna e abbrutimento, e l'Italia sconvolta da lotte fratricide. In questo secondo volume della trilogia Dante di Shakespeare, ancora una volta Rita Monaldi e Francesco Sorti mettono l'arte del teatro elisabettiano al servizio della potente vicenda dantesca, in una ricostruzione storica precisa eppure senza tempo. L'avventura di un genio in un'Italia divisa ci ricorda i tormenti che ancora percorrono il nostro Paese, in un raffinato gioco di specchi e di destini.