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Sessant'anni fa iniziava a Gerusalemme un processo destinato a passare alla storia. L'imputato è Ricardo Klement, un emigrato tedesco che, a quindici anni dalla fine della Seconda guerra mondiale, un'unità del Mossad, il servizio segreto israeliano, ha catturato clandestinamente a Buenos Aires (in un'operazione che scatenerà una crisi diplomatica internazionale). Klement è in realtà il falso nome dietro cui si cela Adolf Eichmann, l'ufficiale nazista responsabile del trasporto verso lo sterminio di milioni di ebrei che Israele intende giudicare. Il suo processo, inaugurato a Gerusalemme l'11 aprile 1961, viene ricostruito nel dettaglio in queste pagine, dove numerosi testimoni e documenti aiutano a mettere a fuoco la figura e il ruolo dell'imputato mentre emerge sullo sfondo il vero significato della "soluzione finale". Nonostante il tentativo di Eichmann di passare per un insignificante burocrate, la condanna sarà la morte.