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Maria Antonietta Torriani: scrittrice, giornalista, femminista ante litteram, scandalosa donna separata, madre mancata, aspirante suicida... difficile rinchiudere in un'unica definizione una figura così avanti rispetto al suo tempo, così insolita e sfaccettata. La sua storia potrebbe riempire molte vite: da orfana poverissima nella Novara di metà Ottocento ad animatrice dei salotti milanesi; da corrispondente di Giosuè Carducci a sposa del futuro direttore del «Corriere della Sera» Eugenio Torelli Viollier; da prima «columnist» di costume del quotidiano milanese a scrittrice di fama internazionale con il bestseller Un matrimonio in provincia, la Marchesa Colombi (così si firmava) conquistò un successo talmente solido e duraturo che i suoi romanzi sarebbero stati amati da Natalia Ginzburg e Italo Calvino . «Come aveva fatto Maria Antonietta a lasciare la provincia e fare fortuna a Milano? Come era riuscita a sopravvivere da giornalista freelance - impresa tutt'oggi proibitiva - in un ambiente dominato dagli uomini? Quanto era dilaniata dal conflitto fra la sua voglia di indipendenza e la sua passione per lo scrivere da una parte, e dall'altra il suo desiderio di maternità e di avere una famiglia "normale"?» Con queste domande, Maria Teresa Cometto apre il sipario sulla Milano ottocentesca e su una vita senza tempo. Perché passano i secoli, ma le donne libere non muoiono mai.