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Un cadavere al cimitero: si direbbe tutto regolare. Ma non se si tratta dell'ingegner Adone Giacomo Forlanini riverso sulla tomba di famiglia, ucciso con una stilettata. Un caso banale, pensa il commissario siciliano Eriberto Passalacqua, arrivato da poco in una Milano che in quel 1975 è martoriata dalla violenza politica e dalla criminalità. Nel giro di poche ore, è costretto a ricredersi. Non bastano le avventure erotiche della vedova norvegese del defunto e quelle esotiche della loro figlia maggiore, Thea: tra rapinatori comunisti e spacciatori fascisti, la cerchia delle amicizie della famiglia Forlanini compone un discreto campionario criminale. Per di più, sebbene sia solo ottobre, in questura si scatena una vera primavera dei sensi, con il commissario diviso tra un amore ritrovato e una nuova passione (o forse più d'una?) e il suo pingue assistente, Michele Palumbo, in balia di un'ossessione inspiegabile per una matta avvolta in un cappotto viola, che si aggira per il parco Pallavicino. La Milano degli anni di Piombo, dai Navigli a Chinatown, è il palcoscenico su cui si alternano protagonisti e comparse di un brillante e nero dramma borghese: signore e orfanelle, poliziotti e mannequin, per tacere di Pilade Rognoni, il guardiano del Cimitero Monumentale.