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"La difesa della razza" è la lucida e amara analisi di una delirante rivista che, tra il 1938 e il 1943, s'impose l'obiettivo di trasformare gli italiani in un popolo di razzisti, grazie alla collaborazione di sedicenti scienziati e accomodanti studiosi di ogni risma. Riprovevole già nelle copertine che si susseguirono negli anni, appare ancora più rimarchevole nelle diverse rubriche presenti all'interno la volontà di sviscerare un fenomeno, l'antisemitismo, che fino all'alleanza con la Germania nazista non aveva mai toccato la storia e la cultura italiana. L'autore ha evidenziato dati, ricostruito fatti e delineato personaggi che hanno contribuito alla costruzione di questa aberrante operazione ideologica, nel tentativo palese di modellare la scienza e la storia secondo i dettami di pochi individui che parlavano alle masse, fondando sull'ignoranza il loro prestigio, come spesso accaduto, come ancora accade oggigiorno.