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Dopo l'esordio con "Il ceppo brucia ancora " dove vengono raccontati gli anni della prima infanzia e adolescenza di Luigi, in questo secondo romanzo l'autore narra il periodo della giovinezza e della maturità del protagonista: l'università, il militare, il lavoro, la famiglia, la vita culturale, politica e amministrativa. Dagli anni Settanta del secolo scorso agli inizi del nuovo millennio si ripercorrono le vicende di Luigi che affronta il suo mondo con impegno, intelligenza e una voglia di conoscere che non lo abbandonerà mai. Stavolta il punto di vista è esterno al vecchio borgo che invece era il motore principale del primo romanzo. Tuttavia anche in questa seconda opera dal paese non ci può distaccare così come rimangono fermi i valori che hanno segnato l'infanzia e l'adolescenza del protagonista. Il filo dell'aquilone è quel filo che tiene insieme il romanzo, il legame che unisce il figlio alla madre o l'amicizia con il compagno più caro, il filo che consente di vivere le proprie esperienze in piena libertà. Quando quel filo, che a volte diventa sottile, si spezza e tutto sembra venir meno; eppure la forza di volontà che anima Luigi riuscirà ogni volta a riannodarlo per dare un senso alla sua vita.