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Angelo Clareno (ca. 1255-1337) fu, con Ubertino da Casale, il maggior rappresentante degli Spirituali francescani fra XIII e XIV secolo. Imprigionato per anni, esule a più riprese, dopo la breve parentesi del pontificato di Celestino V (1294) cercò invano di trovare una sistemazione istituzionale per garantire la sopravvivenza del suo gruppo, desideroso di un'osservanza integrale della Regola e del Testamento di Francesco. Nella pace di Subiaco (1318-1334) egli scrisse le sue opere maggiori e continuò a esortare i suoi compagni con un'intensa corrispondenza epistolare. Nel 1334, ormai ottuagenario, per sfuggire all'inquisizione si mise ancora una volta in viaggio, verso il Regno di Napoli: morì in Lucania, nell'eremo di S. Maria dell'Aspro. Figura indubbiamente controversa, non emise mai condanne inappellabili, consapevole che il giudizio era riservato a Dio solo e fiducioso in un prossimo intervento divino. Angelo Clareno fu, in definitiva, un "ribelle tranquillo" (Raoul Manselli). In questo volume, l'Autore si propone di far luce su alcuni momenti fondamentali dell'esistenza dello Spirituale marchigiano e sulle sue opere, apportando un utile contributo per la conoscenza di quest'uomo e della sua complessa vicenda.