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"Sapevo sin da subito che mio fratello non avrebbe camminato e non ci fu bisogno di accettarlo. Per me era normale. Ero convinto che nel mondo ci fossero persone che potevano camminare e persone che non lo avrebbero mai fatto, persone che stanno in piedi e persone che stanno sedute. Senza distinzioni. Ma quello era un mondo immaginario che tengo in vita sperando sia possibile realizzarlo. Ciò che consideravo normale diventa quindi diverso, ed io insieme a lui. La nostalgia del passato mi permette di costruire quel mondo senza differenze che credevo esistesse e l'occhio discriminatorio delle persone ha reso a me evidenti le differenze tra il normodotato e il disabile che prima non consideravo." Prefazione Antonio Venditti.