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Attraverso la lettura del corpus spirituale, morale e boschereccio incluso nelle "Rime milanesi" del 1601 di Isabella Andreini, il volume si propone di gettare le basi per un più ampio lavoro che colmi la straordinaria assenza di un'edizione commentata delle Rime, conditio sine qua non per una rivalutazione del contributo di Isabella alla scena letteraria e teatrale di fine '500-inizio '600. Il fitto dialogo con le fonti letterarie e l'intricata rete di relazioni interpersonali che emergono dalla lettura dei testi di Isabella, spinge a mettere in discussione il ruolo di passiva imitatrice a cui è stata spesso frettolosamente relegata dalla critica.