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Il volume analizza i primi mille giorni della vita umana, compresi tra il concepimento e il secondo anno, studiati in una prospettiva interdisciplinare: quella della storia, delle scienze, della biologia e della psicologia, dell'antropologia e dell'etica. Lo studio si colloca nell'ambito della bioetica fondamentale, ed è la premessa indispensabile per qualunque riflessione, normazione e decisione che riguardi l'essere umano in questo inizio della sua avventura esistenziale. In genere, si parla di vita prenatale o di vita neonatale e infantile, supponendo una cesura forte dal punto di vista ontologico, etico e giuridico fra queste due fasi della vita umana. La scelta di mettere a tema i primi mille giorni può, quindi, sembrare insolita, ma questa ci permette di mostrare che, partendo dalla vita embrionale, il bambino si sviluppa secondo una logica continuità, che prosegue ininterrottamente in ulteriori cicli vitali. È davvero paradossale che, mentre crescono le conoscenze scientifiche sullo sviluppo prenatale e postnatale e sulla continuità di tale processo evolutivo, dall'altro lato molti bioeticisti e filosofi neghino il valore antropologico proprio ai bambini durante i loro primi mesi e anni di esistenza. Tale dibattito sarà ampiamente affrontato nel libro.