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«Sono sulla via Olimpica imbottigliato nel traffico e sento un fruscio sul vetro: è una corona che pende da un carro funebre fermo accanto a me. Rimaniamo lì, io e il cadavere, lui con i piedi all'altezza della mia testa». Ecco una delle tante situazioni in cui potrei riflettere sul messaggio evolutivo che mi può dare un morto, potrei chiudere per qualche minuto gli schiamazzi della radio, potrei rendermi conto che la mia vita quotidiana è alla fine anche fatta di Lei, della morte. Da quel morto sconosciuto potrei trarre un motivo di forza per cercarmi dentro. Invece, appena l'ingorgo si libera, premo l'acceleratore e fuggo lontano da Lei.