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«Non so se sto sognando o avverto un sentire reale del rumore della pioggia con le sue gocce che picchiettano continue contro la tapparella di una finestra che sento aprirsi a me vicina. Dunque mi domando anzi mi impongo di farmi coraggio per cercare di uscire da questo onirico stato di dormiveglia, e ora che sono certo di essere ben sveglio ho il terrore di aprire le palpebre. Altresì dopo essermi pizzicato la coscia sinistra allungo il braccio facendo strisciare la mano nel letto e mi accorgo di toccare un serico e morbido piumone. Con l'altra mano cerco a tentoni la testiera sopra la mia testa e sento il freddo del metallo battuto e i ghirigori del manufatto. Apro lentamente gli occhi e, Dio mio, sono veramente a casa mia».