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Gastone Petraglia, sottotenente dell'esercito italiano, fa parte dei circa 650.000 militari italiani che, dopo l'armistizio dell'8 settembre del 1943, sono stati deportati verso i campi di concentramento per non aver aderito alla Repubblica Sociale Italiana e per non essere entrati nelle file della Wermacht. Catturato dai tedeschi a Podgorica (Montenegro), è internato nei campi di Leopoli (Polonia) e di Wietzendorf (Germania) con la qualifica di internato militare italiano e quindi senza essere protetto dalla Convenzione di Ginevra. Il diario lasciato da Petraglia è una delle testimonianze delle vicende che coinvolsero i militari italiani che adottarono la cosiddetta "Resistenza senz'armi", i quali hanno scelto di restare nel Lager piuttosto che collaborare con Hitler e Mussolini. Il diario riportato all'interno del volume è importante per la presenza di descrizioni storiche precise e di documenti del Lager. Introduzione di Orlando Materassi e contributi di Luana Collacchioni, Giorgio Petraglia e Francesca Piaser.