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Il romanzo fu a lungo in Italia un genere subalterno alla poesia, alla trattatistica e al teatro, lontano dai modelli che già nel Settecento in Inghilterra e in Francia avevano ritratto dettagliatamente la profonda umanità delle vite private. Il libro indaga il decennio che precedette la Ventisettana dei Promessi sposi riconoscendovi tre filoni narrativi, ironico, divulgativo e patetico-sentimentale, in un quadro di prevalente convenzionalità e impegno pedagogico che non manca di offrire qualche sorpresa. Attraverso il confronto con il dibattito si evidenzia il maggiore motivo d'interesse delle opere esaminate nel loro testimoniare la specificità della tradizione italiana e una difficile compatibilità con il genere del romanzo che anche le migliori intenzioni faticarono a vincere.