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Tra il 1927 e il 1946, nel periodo che va dal consolidamento al declino del fascismo, vedono la luce oltre quaranta titoli di narrativa umoristica, soprattutto romanzi, molti dei quali con tirature da best-seller. È l'affermazione del genere umoristico, fenomeno ascrivibile a figure come Campanile, Zavattini, Guareschi, Mosca, Metz, considerati all'epoca veri e propri professionisti dell'intrattenimento. Il volume ne descrive i termini e i caratteri, ne rintraccia le derivazioni e ne sottolinea la collocazione ambigua all'interno dell'editoria irreggimentata, cercando così di ricostruire la più stravagante tappa del rapporto tra il comico e la forma-romanzo nella letteratura italiana del Novecento.