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L'opera chiude un trittico poetico iniziato con "Scavare il tempo e seppellirvi gli anni" (Il Lavoro editoriale, 2008) e proseguito con "Poesia non è una cortese parola" (Aracne, 2016). L'autore sviluppa temi a lui cari: fantasmi femminili/«tentazioni di esistenza» tenacemente presenti fra trasparenze stilnoviste e «frastuono di accidenti», ostinata ricerca di senso per aggirare il naufragio in una realtà inautentica e straniante, inesausta tensione verso l'Oltre che - di volta in volta testimonianza fossile di remote ere geologiche, natura rigenerante o silente traccia di «stirpi trapassate» - rinnova la riconoscente meraviglia dell'esser(ci) in chi, come il poeta, «col volto a terra» non smette alla fine di «inseguire i sentieri del creato», trovano espressione definitiva e matura nelle liriche di questa raccolta, intessute di preziosi rimandi storico-filosofici ed espresse in una cifra stilistica assolutamente personale.