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Tra i più interessanti prodotti della stagione letteraria milanese tra Quattro e Cinquecento, la "Cerva bianca" è un'opera che offre numerosi livelli di lettura. Grazie alla sua abilità, l'autore utilizza infatti l'allegoria per comporre una rappresentazione della ricerca del sommo bene in chiave neoplatonica senza tuttavia rinunciare a un racconto del mondo che ha davanti agli occhi, ossia la Milano contesa tra Sforza e Francesi. Il volume presenta un aggiornamento dell'edizione critica e offre un commento storico-letterario che tenta di dare conto della complessità del testo ponendolo al culmine dell'evoluzione del simbolo, molto fortunato in letteratura, della cerva bianca, di cui ricostruisce la vicenda.