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Giovanni Falcone ha contrastato la mafia per tutta la sua vita. All'inizio degli anni '90 egli dirige a Roma gli Affari penali al Ministero della Giustizia. Ora ha la possibilità di indagare sugli aspetti più oscuri della storia repubblicana: la strategia della tensione, il rapporto tra CIA e KGB, l'influenza degli apparati deviati sullo Stato. Crollata l'URSS i sistemi di intelligence del mondo, guidati (come avvertiva il presidente Eisenhower) dalle industrie della difesa, studiano le implicazioni geostrategiche di una pace globale: serve un "nuovo nemico" per il genere umano, allo scopo di giustificare il proprio ruolo e la spesa bellica. Falcone avrebbe interferito con la nascente era del terrorismo internazionale. Egli avrebbe costruito un rapporto per denunciare tale influenza in difesa delle democrazie e dello Stato di diritto. L'autore ha elaborato una ipotesi di questo rapporto nella forma di un saggio di storia contemporanea.