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A partire dal lancio della riforma economica voluta da Deng Xiaoping nel 1978 la Cina ha avviato un intenso processo di trasformazione, che ha investito l'intero Paese. Sono cambiati i paesaggi, sono cambiate le città, sono cambiate le forme di produzione e sono cambiati i prodotti. Immerso in questa mutazione vi è anche l'individuo cinese. Nella sua condizione più precaria, quella del lavoratore migrante, nello spaesamento che gli deriva dallo spostarsi inseguendo il lavoro, l'operaio della Cina ricorre allo strumento più classicamente cinese, la poesia, per dare forma e voce al suo disagio. Una poesia ruvida, come i metalli ferrosi della fabbrica, che ispira una nuova riflessione sulla modernità.