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La bizantinistica ha vissuto un lungo periodo in cui il suo oggetto di interesse è stato visto in modo riduttivo, perpetrando l'idea che il millennio bizantino sia stato sostanzialmente un periodo di decadenza da parte di una civiltà estenuata, che viveva di cerimoniali e di formalismi. La considerazione negativa di Bisanzio si è basata su luoghi comuni radicati, dovuti a diversi fattori tra i quali l'idiosincrasia della Chiesa cattolica, l'illuminismo antioscurantista e il mito della Roma antica. Superando le immagini stereotipate che per diversi motivi la storia aveva depositato su Bisanzio, la storiografia contemporanea è riuscita nel compito arduo e affascinante di risvegliare l'interesse per la civiltà bizantina, riconoscendone l'azione di conservazione dell'antichità classica, senza la quale l'Europa non sarebbe mai cresciuta sulle basi di quella matrice culturale umanistica che la contraddistingue. Prefazione di Paolo Luigi Branca.