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Da un ricordo di famiglia sbiadito dal silenzio del tempo, a una ricerca storica che tenta di restituire un profilo biografico sempre più nitido e forte. La vita di Alfonso Vivian - fucilato a Venezia dai nazifascisti il 3 agosto 1944 in Riva dell'Impero, oggi Riva dei sette martiri - prende forma nella rete dei suoi rapporti familiari e politici, illuminata dalla determinazione, dal coraggio e dal profondo e vigile affetto della sorella Veglia. Dai primi contatti antifascisti in fabbrica, l'intera esistenza di Alfredo è impegnata nella difesa degli ideali di libertà e democrazia al fianco dei comunisti in Spagna, nei campi di internamento di Francia, negli anni di confino a Ventotene e in quelli della Resistenza - scelto per sé il nome di Dante - al rientro a a casa, nella sua Venezia. L'ideale mai tradito della lotta contro la dittatura nazifascista è condotto fino all'estremo sacrificio di sé, salutando un'ultima volta la sua città, e tutto il Paese col grido di una solenne promessa: «Viva l'Italia libera». Documenti inediti, oggi accessibili e pubblicabili, offrono una lettura storica attenta e precisa, restituendo voce anche a quelle esistenze esemplari di impegno politico e dirittura morale che mai come oggi chiedono con forza di essere ricordate.