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Cur malum? Unde malum? Che senso ha e da dove viene il male? Il male fisico: la malattia, il dolore, la morte. E il male morale: la sofferenza che gli uomini infliggono volontariamente gli uni agli altri. Interrogativi che accompagnano l'umanità lungo tutta la sua storia: nella continua ricerca di una sistemazione teorica di un argomento che rimane indefinibile e inconoscibile, incombendo inesorabile su di noi, ma non lasciandosi afferrare, e ponendo al tempo stesso continue e laceranti domande. Terribile e affascinante, irrazionale e devastante, oscuro e crudele, il male vive, con le sue molteplici figure, in più luoghi, fuori nel mondo e nel corso della storia, ma anche, nascosto e ignorato, dentro di noi, nei vortici della vita quotidiana. È ancora possibile dire qualcosa di una simile esperienza umana e psicologica, metafisica e storica, letteraria e artistica, già tanto analizzata e descritta? Dire qualcosa di un problema che da sempre è scandalo per la filosofia ed enigma per la teologia? "Su ciò di cui non si può parlare si deve tacere", suggerisce Wittgenstein, ma su questo inquietante mistero forse non è possibile tacere perché, con la sua presenza, è lì, nella nostra vita, e non finisce mai di interrogarci.