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Percepita e rappresentata come una minaccia dilagante e inarrestabile a partire dall'età repubblicana fino a quella tardo-imperiale, la pirateria assunse in ambito romano un ruolo tutt'altro che marginale, già ampiamente indagato dalla storiografia moderna. Tornando a interrogarsi su quella speciale attività di malaffare che colpiva l'immaginazione degli antichi innanzitutto per la sua localizzazione in uno spazio "alieno" come il mare, il volume mette a fuoco la capacità d'impatto che essa ebbe nell'esperienza romana e, sulle orme di quella, nelle epoche successive.